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IL BRIVIDO DEL PECCATO A NAPOLI: UNDICI CAMERE PARTICOLARI PER IL CHIAJA HOTEL DE CHARME

Tra lusso e lussuria un’ex casa di piacere è parte dell’albergo partenopeo

Una vera curiosità. Undici camere dell’appartamento annesso al Chiaja Hotel de Charme, in pieno centro di Napoli, serbano volontariamente un po’ dell’atmosfera ovattata ed intrigante della loro origine peccaminosa. L’ala del Chiaja Hotel de Charme, unificata da un immobile adiacente, proprio sopra l’antica Pizzeria Brandi, ospitava sino al 1958 “La Suprema”, la più rinomata casa di tolleranza della città, famosa per la bellezza delle ragazze.

I proprietari dell’albergo, Avvocato Mimì Fusella con i nipoti Pietro e Candida, provvedendo alla completa ristrutturazione, si sono divertiti ad arredare le camere in modo da ammiccare all’atmosfera dell’epoca: tessuti dai toni rossi, tende di broccato, tappezzerie fiorate, parati dannunziani, specchi danno alle camere un tono intimo e coinvolgente. Le stanze Superior, con vasche idromassaggio ed affaccio sulla coloratissima Via Chiaia, prendono il nome delle donnine che nel passato elargivano incontri appassionati ai loro clienti: Mimì do’ Vesuvio, Anastasia a’ friulana, Nanninella a’ spagnola, Dorina da Sorrento.

La parte principale dell’albergo, 16 camere, nasce dalla ristrutturazione dell’appartamento che il marchese Nicola Lecaldano Sasso La Terza abitò sul finire dell’ 800 ed i primi del 900, al 1° piano nobile del settecentesco palazzo nobiliare di Via Chiaia 216, a soli 20 metri da Piazza del Plebiscito e da Piazza San Ferdinando (ora Piazza Trieste e Trento) centro del cuore della città di Napoli. L’arredamento è classico-contemporaneo, caldo ed accogliente, con particolari molto partenopei come la collezione di gouaches che decorano le pareti.
Prezzo della camera doppia a partire da euro 99 inclusa prima colazione.

Napoli offre un nuovo aspetto più curato e sicuro al turista. La città è ricca di infinite bellezze create dai regnanti di varia provenienza che l’hanno governata nel corso dei secoli e anche in epoca più recente. I Musei sono tanti e vanno dal Museo Archeologico Nazionale al MADRE (Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina). Le chiese non si contano ed anche i monasteri, che culminano con la stupenda scenografia del Monastero di Santa Chiara. Ma è l’atmosfera che ammalia, suoni, colori, sapori dalle mille sfaccettature.

Tra i siti da non mancare ne citiamo tre molto diversi tra di loro: la Cappella Sansevero con il Cristo Velato, il Tesoro di San Gennaro e la fermata Toledo della metro, un capolavoro dell’architettura contemporanea.

La Cappella Sansevero
Situata all’angolo di due vicoli nel cuore storico della città, è celebre in tutto il mondo per ospitare un capolavoro assoluto: il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino (1756), con l’incredibile velo marmoreo adagiato sul corpo di Cristo morto. L’effetto di trasparenza del sudario è tale da lasciare stupefatti, tanto da aver creato una leggenda secondo cui lo stesso committente, Principe Raimondo di Sangro, noto per i suoi studi di alchimia, l’avrebbe realizzato trasformando il tessuto chimicamente. Questo Raimondo di Sangro era una personalità eclettica e poliedrica, prolifico inventore e dedito alle scienze ed alle arti. Il mausoleo è anche un tempio massonico carico di simbologie. Oltre al Cristo Velato sono presenti altre statue notevolissime come La Pudicizia di Antonio Corradini e il Disinganno di Francesco Queirolo. Impressionanti le macchine anatomiche conservate sotto la Cappella, due corpi totalmente scarnificati in cui è riprodotto l’intero sistema circolatorio.

Il Tesoro di San Gennaro
Accanto al Duomo di Napoli si trova il Museo del Tesoro, la più importante collezione al mondo di argenti e una raccolta di straordinari capolavori provenienti da sette secoli di donazioni di papi, regnanti, uomini illustri, gente comune. Spicca nella collezione la Collana, realizzata dal 1679 al 1929 con continue aggiunte, e la Mitra, tra i gioielli più preziosi al mondo con 3964 gemme: 198 smeraldi, 168 rubini, 3.328 diamanti, il tutto per 18 kg di peso. Nel Duomo sono custodite le due antichissime ampolle contenenti il presunto sangue del santo, che vengono esposte tre volte l’anno: il sabato precedente la prima domenica di maggio, il 19 settembre ed il 16 dicembre. In queste cerimonie si può assistere al fenomeno della liquefazione, attestata per la prima volta nel 1389, ritenuta foriera di buoni auspici per la città; viceversa la mancata liquefazione è considerata presagio di eventi drammatici.

La fermata della metro Toledo
Le 15 stazioni dell’arte sono distribuite lungo le linee 1 e 6 e contengono più di 180 opere d’arte contemporanea pensate appositamente per le stazioni e prodotte da artisti di fama internazionale oppure da giovani architetti locali. La stazione Toledo, per esempio, opera dell’architetto catalano Oscar Tusquets, interamente decorata a motivi marini, secondo il Daily Telegraph è la stazione della metropolitana più bella d’Europa. L’interno è introdotto da due grandi mosaici di Kentridge raffiguranti tipiche scene napoletane. Le prime rampe di scale mobili, illuminate dall’interno, sono rivestite da mattonelle color ocra. Si passa quindi alla “galleria del mare” di Bob Wilson, un ambiente completamente mosaicato in mille sfumature di azzurro come il mare e gli abissi, con installazioni che ricordano le onde e un grande pilastro come un gigantesco zampillo di una fontana.

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