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LA NUOVA PIAZZA DEL MUSEO GAMEC, APPROVATO IL PROGETTO DI C+S ARCHITECTS

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GAMEC, IL MUSEO DIVENTA CITTÀ. APPROVATO IL PROGETTO ESECUTIVO DELLO STUDIO C+S ARCHITECTS, NASCE UNA NUOVA PIAZZA 

La Giunta comunale ha approvato il progetto esecutivo della nuova piazza Tiraboschi, inserita nel programma triennale dei lavori pubblici 2025-2027. 
Il progetto riqualifica l’intero ambito intorno al nuovo Museo GAMeC connettendolo sia fisicamente che funzionalmente al tessuto urbano circostante e ridisegnando lo spazio pubblico pedonale, le infrastrutture carrabili e ciclabili, gli spazi verdi e i parcheggi all’interno di un sistema già composto dai Parchi cittadini (Parco Suardi, Parco Marenzi e Parco del Galgario), dal polo culturale/residenziale delle Ex Caserme Montelungo-Colleoni e dagli snodi viabilistici di via Cesare Battisti, viale Muraine, via Suardi, via Frizzoni e via del Galgario.
Maria Alessandra Segantini, direttore creativo dello studio C+S Architects (sedi tra Treviso e Londra), suggerisce l’orizzonte etico e politico del progetto che favorisce la coesione sociale: “Spesso i musei intimoriscono i cittadini, in particolare gli adolescenti. Vogliamo che la Gamec diventi città attraendo gruppi sociali diversi”

È stato approvato dalla Giunta Comunale di Bergamo il progetto esecutivo della nuova piazza Tiraboschi e del complessivo sistema di spazi pubblici verdi, pedonali, carrabili e parcheggi per riconnettere l’area al sistema dei  parchi cittadini limitrofi e a quello delle caserme Montelungo/Colleoni. Si prevede che il nuovo spazio pubblico venga consegnato nel 2026 in concomitanza con l’apertura della nuova GAMeC.

La nuova GAMeC nasce dalla trasformazione del palazzetto dello sport di Via Pitentino, all’interno del quale Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini, soci fondatori e direttori creativi dello studio C+S Architects, con sedi a Treviso e Londra, intercettano la potenzialità dello spazio esistente, decidendo di non demolirlo per creare all’interno il nuovo museo. Il progetto produce una nuova energia urbana: quella che l’edificio rinnovato immette nella città innestando, per volere dell’amministrazione, un nuovo polo attrattore che pone l’arte come calamita importante per l’identità e lo sviluppo futuro della città.

L’ex- palasport di Bergamo è un edificio a forma ellittica realizzato negli anni ’60 con strutture verticali in cemento armato. Il progetto di retrofit si concentra sulla possibilità di trasformare radicalmente la struttura interna dell’edificio demolendo le gradinate ma mantenendo invece intatta la cintura dei pilastri che descrivono e caratterizzano la forma ellittica dell’edificio.

“Il progetto diventa un ponte tra passato e futuro: da un lato mantiene una forte traccia delle strutture originali e dall’altro inventa un nuovo spazio per accogliere il museo di arte contemporanea GAMeC, innestando una lanterna luminosa preziosa tra le strutture esistenti, che vengono invece lasciate al grezzo mantenendo la materialità del cemento facciavista e le tracce delle sue trasformazioni.” – dichiara Carlo Cappai.

All’esterno il nuovo edificio mantiene la sua forma ovale di cerniera urbana ed è rivestito interamente in pietra bianca sabbiata, un materiale durevole che bene si innesta nella tradizione bergamasca di costruzioni lapidee sia del nucleo storico di Bergamo alta, sia del successivo sviluppo piacentiniano.

GAMeC poggia sulla nuova piazza: una piattaforma anch’essa rivestita in pietra bianca di Apricena, ad una quota leggermente rialzata rispetto al livello della strada e dalla quota del parcheggio adiacente,  raccordata con una serie di rampe che garantiscono la totale accessibilità del nuovo spazio pubblico. Tale soluzione è stata possibile grazie al progetto di razionalizzazione del parcheggio di Piazzale Tiraboschi, che concentra gli stalli nella parte settentrionale verso Piazzale Oberdan, liberando lo spazio per la piazza davanti al museo, uno spazio delle potenzialità che valorizza la fluidità dei  percorsi senza soluzione di continuità all’interno della hall del museo GAMeC e tra il parco Suardi, Via Pitentino e la rinnovata Montelungo/Colleoni.

“Spesso i musei intimoriscono un po’ i cittadini, in particolare gli adolescenti. Con questa soluzione progettuale vogliamo che il museo esca dai propri confini e diventi città attraendo gruppi sociali diversi in ore diverse del giorno e dell’anno. Trasformiamo la hall del museo in uno spazio ibrido, fluido e attrattivo dove anche le giovani generazioni possano decidere di spendere il loro tempo e dove diversi gruppi sociali possano alternarsi in uno spazio accogliente all’interno e all’esterno del museo”, queste le parole di Segantini, che lavora da molti anni sul tema della città lenta valorizzando spazi urbani accessibili, durevoli e attrattivi per tutti i gruppi sociali, in particolar modo  i più fragili.

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