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Presentazione del libro “Eredi Boggiano” di Cristiano Berti al Goethe-Institut di Roma

I temi della schiavitù e libertà,che assieme alle ombre del 
colonialismo e del razzismo sono al centro del libro, ben si inseriscono
nel programma di eventi della settimana di riflessioni e iniziative sui
crimini e sulle eredità del colonialismo italiano, organizzata dalla
“Rete Yekatit12-19Febbraio”. Immediatamente dopo la presentazione
di Roma, partirà da Cuba il tour di presentazione del libro all’estero.
Il 18 febbraio l’autore parteciperà alla Feria internacional del Libro
de La Habana. Sempre nella capitale cubana, il 2 marzo Cristiano
Berti terrà una conferenza nel Palacio de Segundo Cabo e il 3 marzo
 un seminario al Museo Nacional de Bellas Artes de CubaEredi
Boggiano è un libro d’artista completamente privo di immagini. 
Il volume mette al centro la parola, prendendo la forma di un saggio
storico. Frutto di cinque anni di ricerche, Eredi Boggiano fa parte del
secondo dei “Cicli Futili” una serie di opere ibride nella quale Berti
coniuga ricerca archivistica e artistica, per interrogarsi sulla capacità
della storia di contribuire all’interpretazione della realtà in un mondo
che mescola rapidamente culture e genti. La struttura del libro è data
da dodici capitoli seguiti da un’ampia sezione di fonti documentarie.
Chiude il libro la conversazione con il critico d’arte e autore
 Seph Rodney, sull’arte e la rappresentazione e memoria della
schiavitù di cui citiamo un passaggio: “La questione al centro di
questo libro e del progetto artistico nel suo complesso è cosa fare di
ciò che abbiamo ricevuto, sia che stiamo occupandoci del gruppo dei
Boggiano, di te scrittore e interprete di una determinata storia, di un
certo giallo storico e della cultura italiana che fa da cornice al suo mistero, e di me, erede di un ambiguo e disturbante lascito caraibico. (…)
Tu hai cercato nel mistero dei Boggiano il materiale per un più ampio
discorso su cosa siano i Caraibi. Trovo prezioso che tu abbia rivelato
questa segreta storia di imprenditorialità, viaggi, sfruttamento,
schiavismo, ambizione, mescolanza di etnie e culture, inesausta
ricerca di auto-determinazione. Ti sei chiesto cosa farne,
e hai risposto da ricercatore desideroso di dare alla storia una
forma leggibile e comprensibile per il pubblico. E ti sei chiesto cosa
farne come artista, districando fili nascosti e curiosi della storia dei
Boggiano per vederli caricarsi di significato sul piano di una azione
creativa. Hai detto: “l’arte è dare un senso alle cose, all’esistenza,
attraverso ciò che non serve”. Il volume fa parte di un più ampio
progetto intitolato Cicli futili Boggiano, del quale fanno parte
due altre opere sviluppate dall’artista: un’installazione parietale
 formata da due grandi alberi genealogici al cui apice stanno
persone nate in Africa diramandosi poi attraverso matrimoni
avvenuti nella prima metà dell’Ottocento e un video in cui
alcune storie raccolte dall’autore nella zona in cui si trovava un
tempo la piantagione di caffè di Antonio Boggiano intersecano la
conversazione una famiglia di Boggiano afrocubani. La presentazione al pubblico di queste due altre opere è prevista per la fine del 2023.
 Con questo secondo episodio dei suoi “Cicli Futili”, Berti torna a
osservare le sorprendenti connessioni tra la cultura cubana e italiana,
già protagoniste del suo precedente
Ed è proprio durante la ricerca artistica e storica per la stesura del suo
primo libro d’artista che Berti scopre l’esistenza di Antonio Boggiano,
quale intermediario commerciale tra il conte di Villanueva e lo scultore.
La schiavitù a Cuba era associata alla domanda di lavoro per sostenere le piantagioni; sull’isola fu abolita molto tardi, nel 1886. Più di un milione di schiavi africani furono portati a Cuba come parte del commercio di
schiavi nell’Atlantico.BIOGRAFIA CRISTIANO BERTICristiano Berti
(Torino, 1967) è un artista visivo; vive e lavora a Jesi.
Adopera principalmente i medium della fotografia, del video e
dell’installazione. Tra le personali: Uqbar, Berlino (2017); Villa
Croce Museo d’Arte Contemporanea, Genova (2015); Alert Studio,
Bucarest (2014); Mole Vanvitelliana, Ancona (2012);P74 Center,
Lubiana, Slovenia
(2010); Stanica, Zilina, Slovacchia (2008); Carbone.to, Torino (2006, 2003, 2000). Tra le collettive: Paridad Jojaha (3a Bienal Intern. de Asunción, 2020); Récits des Bords de l’Eau (4me Biennale Intern. De Casablanca, 2018); Black Disguises (Museum of Modern and Contemporary Art, Rijeka, 2017); Residual (New Art Exchange, Nottingham, 2015); Overlapping Biennial (5th Biennial of Young Artists, Bucarest, 2012); Roma-Sinti-Kale-Manush (Autograph ABP, Londra, 2012); Da Guarene all’Etna (Fond. Sandretto
Re Rebaudengo Guarene, 2009); Artist-Citizen (49th October Salon,
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