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Serie A: Più Club, Meno Qualità? La Difesa della “Vecchia” Formula

Serie A: Più Club, Meno Qualità? La Difesa della "Vecchia" Formula

Luigi De Siervo, Amministratore Delegato della Lega Serie A, si schiera apertamente a favore del mantenimento dell’attuale formato a 20 squadre, argomentando contro la proposta di riduzione a 18 club. Le sue dichiarazioni, rilasciate a margine dell’Assemblea di Lega a Roma, sollevano un dibattito cruciale sul futuro del calcio italiano, un futuro che, secondo De Siervo, deve passare attraverso la massimizzazione degli “eventi” e l’espansione internazionale.


La Ragione del “20”: La Paura di Perdere Eventi

Il nocciolo dell’argomentazione di De Siervo è puramente economico e numerico: “Riducendo i club a 18 si perderebbe il 20% degli eventi“. In un’ottica di prodotto televisivo e contratti per i diritti, ogni partita è un asset. Mantenere il calendario più fitto possibile, con il maggior numero di gare, significa garantire ai broadcaster e ai partner commerciali un ritorno maggiore sul loro investimento.

La critica mossa dagli osservatori, tuttavia, è che questa logica antepone la quantità alla qualità. Molti ritengono che la riduzione del numero di squadre a 18 aumenterebbe il livello competitivo del campionato, ridurrebbe il numero di partite “inutili” e alleggerirebbe il calendario, un beneficio non da poco per i club impegnati nelle competizioni europee. La difesa del format a 20 squadre sembra dunque motivata dalla necessità di tutelare gli attuali introiti piuttosto che elevare lo standard tecnico e atletico della Serie A.


Il Prodotto in Trasferta: Milan-Como a Perth

A rafforzare la sua visione di espansione, De Siervo ha rivendicato l’esigenza di organizzare eventi “fuori sede”, citando l’ipotesi (poi confermata) di far disputare un match significativo come Milan-Como a Perth, in Australia. L’obiettivo, ha spiegato l’AD, è chiaro: “rafforzare il prodotto” e “ottenere più visibilità” nei mercati strategici internazionali.

Se da un lato l’idea di portare il fascino del calcio italiano in continenti in crescita è comprensibile, dall’altro solleva interrogativi critici.

  • Sradicamento dell’Identità: Giocare partite “casalinghe” dall’altra parte del mondo rischia di alienare la base di tifosi locali, trasformando lo sport in puro intrattenimento globale decontestualizzato.
  • Logistica e Impegno Atletico: Spostare squadre e staff per migliaia di chilometri aggiunge stress fisico e logistico a un calendario già saturo, potenzialmente compromettendo le performance in campionato.
  • Visibilità vs. Sostanza: Il rischio è che l’esposizione ottenuta in Australia sia effimera, se non accompagnata da un campionato di altissimo livello che la gente abbia voglia di seguire con continuità.

L’operazione Perth, pur essendo un’evidente strategia di marketing, sposta l’attenzione dal campo di gioco e dalla competizione domestica, concentrandosi sull’immagine esteriore.


Conclusioni: La Serie A tra Sostenibilità e Spettacolo

La posizione di De Siervo è netta: la Serie A deve essere grande, ricca di eventi e proiettata all’estero. Tuttavia, l’insistenza sul format a 20 squadre in nome del “20% in più di eventi” e l’organizzazione di trasferte intercontinentali sollevano il dubbio che la Lega stia privilegiando la rendita immediata e il volume di gioco rispetto a una riforma strutturale necessaria per il salto di qualità.

Per competere realmente con la Premier League o la Liga, la Serie A deve puntare sulla qualità intrinseca del suo spettacolo sportivo, non solo sul numero di pacchetti venduti. La critica chiede: il futuro del calcio italiano è davvero in un evento spot a Perth, o in un campionato più snello, feroce e attrattivo per i migliori talenti?

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